Lettera Ventesima | Parola Quarta | 6
(6-6)
Parola Quarta

"E’ di Dio tutto ciò che esiste"

Tutto ciò che esiste è totale possedimento di Dio. Anche tu, o uomo, sei suo possesso e stai vivendo nella condizione di essere Sua proprietà. Sentiamo ora quale notizia piacevole ci dà questa parola:

O uomo! Non considerarti padrone di te stesso! Perchè tu non sei in grado di guidarti da solo, ciò sarebbe per te un peso insopportabile da portare, se fossi da solo. Non puoi evitare le disgrazie e non sei neanche in grado di fare tutto il necessario per impedirle. Allora, non soffrire invano e non rattristarti! Tutto ciò che esiste appartiene ad qualcun altro. Sappi che quel "Possessore" è tanto potente quanto misericordioso. Appoggiati alla sua Potenza! Non accusare mai la Sua Misericordia! Non aver dubbi sulla Sua Compassione! Lascia da parte la tristezza, sii sereno! Getta via le difficoltà e corri verso la felicità!

Questa parola può voler dire ancora:

"Quest’universo che tu ami teneramente, a cui ti interessi, per la cui miseria provi molta sofferenza e che d’altronde non sei mai riuscito a correggere, appartiene infatti all’Onnipotente, a Colui che è il più Misericordioso. In questo caso non ti resta che consegnare la proprietà al suo vero padrone, vivendone così la consolazione, non le pene. Dio è unico a dominare, è di una misericordia infinita e può utilizzare la Sua potenza come meglio crede. Invece noi, quando subiamo una disgrazia, abbiamo il dovere di rassegnarci, come ha sottolineato il famoso sapiente musulmano Ibrahim Hakki in una sua poesia:

"Vediamo come Dio porta le cose al loro fine

Senz’altro Egli le raffina per bene"

Devi dunque guardare le cose dal di fuori, dalla finestra esterna, senza mai entrarci dentro.

Nessuna Voce