Ventitreesima Parola | Capitolo Secondo | 23
(22-49)

Lineamento Primo

L’uomo non si trova solamente in relazione con la maggior parte delle specie presenti nel creato, ma ha anche bisogno di loro. Le sue necessità sono note in tutte le parti della terra e i suoi desideri si estendono fino a coinvolgere 1’eternità. L’uomo può desiderare tanto un fiore quanto tutta la primavera. Così desidera un giardino, com’è desideroso del Paradiso Eterno e con lo stesso desiderio con cui vuole vedere un amico vuole vedere Dio, Colui che è il più Grazioso e il più Glorioso. L’uomo, quando vuole visitare un suo caro amico, deve bussare alla sua porta. Lo stesso deve fare per visitare il novantanove per cento degli amici che sono ormai passati all’altro mondo. Per porre fine a questa separazione eterna gli è necessario rifugiarsi nella Corte di Dio Onnipotente, che chiuderà la porta di questo mondo e aprirà quella della vita ultraterrena, cancellando questo mondo e mettendo al suo posto l’altro mondo. In questo caso, "l’idolo" vero dell’uomo può essere soltanto Colui che è Onnipotente, il più Misericordioso, che ha un dominio assoluto e tiene in mano le redini di ogni cosa; Colui che procura tutto, che tutto può vedere, la cui presenza è in ogni dove, privo di qualsiasi concetto di luogo, lontano da ogni debolezza e privo di ogni difetto. Perchè solamente Colui che possiede un potere infinito ed una scienza suprema può rispondere alle necessità di tutta l’umanità. Allora è Lui l’unico degno di essere adorato.

Nessuna Voce