Ventitreesima Parola | Capitolo Secondo | 26
(22-49)

Per concludere, dal punto di vista dei comportamenti negativi l’impulso maligno e animalesco dell’uomo può stimolarlo a commettere innumerevoli peccati, laddove ha scarsa e limitata tendenza a produrre, a fare del bene o creare. Potrebbe distruggere una casa intera in un giorno, ma non saprebbe costruirla neanche in cento giorni. Se però egli abbandona l’egoismo e chiede a Dio il bene e la tranquillità, se lascia da parte la sua dipendenza dal proprio io, dalle malignità e dalla distruzione divenendo un servo fedele, egli è l’oggetto di quel verso coranico che dice:

"Dio tramuterà le loro opere malvage in buone"

(Corano, 25: 70 )

L’infinita e innata malignità dell’uomo si trasformerà allora in una tendenza d’immensa benevolenza e s’innalzerà alle sommità più alte, acquistando il valore di modello più perfetto della creazione.

Allora tu, o uomo ignorante! Non trascurare di rivolgerti alla grazia e benevolenza di Dio che registra un peccato una sola volta, mentre registra una bontà sola come se fossero dieci, settanta, settecento oppure settemila, mentre sarebbe più consono alla giustizia registrare come mille un solo peccato e un solo bene come unico, oppure non registrarlo affatto. Per concludere, quindi, entrare nell’inferno terrorizzante non è solo la punizione prevista per i peccati, ma è anche un atto di giustizia, mentre entrare nel paradiso non dipende altro che dalla Grazia inesauribile di Dio!

Nessuna Voce