Ventitreesima Parola | Capitolo Secondo | 28
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Il suo scopo è di uscire nel mondo circondato dall’aria, richiedendo nel frattempo al suo Creatore, attraverso il suo linguaggio, di divenire un albero, cioè di realizzare la sua perfetta trasformazione. Se questo seme, per la sua indole maligna, si servisse delle sue funzioni spirituali per attirare organismi nocivi nel terreno in cui vive, deperirebbe in breve tempo, andando a finire nel nulla. Al contrario, se questo seme usa nel modo migliore i suoi strumenti spirituali in accordo con il decreto cosmico che dice:

"In verità è Dio che spacca il granello e il nocciolo "

(Corano, 6: 95)


è in grado di uscire fuori da quel mondo stretto, divenendo un albero grande e fecondo. In tal modo quel piccolo elemento della natura si trasforma in una realtà grande ed evidente.

Allo stesso modo anche la natura dell’uomo è stata dotata dalla Potenza Divina di tutte le funzioni importanti e di un programma prezioso che riceve da parte del Destino. Se l’uomo si servirà delle capacità che possiede in questo stretto mondo, in altre parole nella vita quotidiana, solo per soddisfare i suoi desideri sensuali, correndo dietro ai propri impulsi maligni, andrà in decomposizione come un seme guastato. Trascorrerà una vita breve in un luogo stretto e opprimente e attribuirà il peso della sua responsabilità morale alla propria anima sfortunata e infine abbandonerà per sempre questo mondo.

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