Ventitreesima Parola | Capitolo Secondo | 30
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Mi trovavo in una grande città, piena di magnifici palazzi. Fuori, davanti ad alcuni di questi palazzi, c’erano spettacoli divertenti e allettanti che attiravano l’attenzione di tutti. Mi sono avvicinato ad uno di questi e ho incontrato il padrone del palazzo che alla porta stava giocando con un cane. Ho visto donne fare conversazioni piacevoli con giovanotti stranieri, ragazze adulte che sorvegliavano i bambini intenti al gioco. Quando ho osservato con stupore che il custode del palazzo si comportava come il padrone, mi sono accorto che l’interno del palazzo era totalmente vuoto e nessuno attendeva alle mansioni più importanti. Siccome erano corrotti moralmente, assumevano quell’apparenza strana davanti al palazzo.

Allontanatomi da quel palazzo ne vidi uno ancor più grande. Questa volta un cane fedele giaceva davanti alla porta e accanto a lui si trovava un custode dall’aspetto serio, rude e severo. Siccome nel palazzo dominava un silenzio assoluto, mi sono incuriosito e volevo sapere perchè questo palazzo, a differenza dell’altro, era così silenzioso. Entrai e vidi che la parte interna era del tutto diversa da quella. C’era un salone pieno di persone in movimento, c’erano molti piani, uno sopra l’altro e gli abitanti di ogni piano erano occupati in lavori differenti e delicati. La gente del primo piano si occupava della gestione del palazzo. Al piano secondo le ragazze e i bambini studiavano, al terzo piano le signorine erano immerse in lavori vari e facevano dei bei ricami.

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