Ventitreesima Parola | Capitolo Secondo | 33
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Quindi, se l’uomo prende la vita mondana come suo unico scopo dipendendo dal proprio ego e se si concentra solo nel soddisfare i suoi piaceri effimeri assumendone intanto le fatiche del mantenimento, rimarrà senz’altro in un cerchio molto stretto. Inoltre tutti gli strumenti, i membri e le facoltà assegnategli si lamenteranno di lui e saranno dei testimoni contro di lui nel giorno del giudizio universale. Al contrario, se avrà la consapevolezza di essere un ospite e se spenderà il periodo della sua vita entro le regole stabilite da quel personaggio generoso che lo ospita, troverà l’occasione di lavorare con serenità d’animo in uno spazio immenso, in vista della sua vita eterna, respirando un’atmosfera di tranquillità. In tal modo raggiungerà il suo apice. I suoi membri e le sue facoltà ne saranno contenti e questa volta daranno una buona testimonianza a suo favore nell’aldilà.

Infatti tutte queste facoltà eccezionali non sono state affidate all’uomo per condurre una vita mondana effimera e insignificante, ma per una vita eterna di estrema importanza. Perchè, rispetto a un animale, l’uomo è cento volte superiore grazie alle sue capacità e alle sue facoltà. Per ciò che riguarda invece la soddisfazione che prova a causa dei piaceri mondani e della vita sensuale essa è cento volte inferiore a quella di un animale.

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