Ventitreesima Parola | Capitolo Secondo | 32
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Gli impulsi malvagi, i desideri, la collera, gli appetiti carnali hanno la funzione di un custode oppure di un cane da guardia. In breve, se si pongono le facoltà sublimi a servizio degli impulsi malvagi e degli appetiti sensuali esse allontanano l’uomo dai propri compiti principali, e per lui questo non si può mai definire un progresso, ma soltanto decadenza. Per quanto riguarda gli altri dettagli della storia, chiunque è in grado di interpretarli da solo.

Lineamento Terzo

L’uomo, considerato secondo le sue attività, le sue opere e le azioni fisiche, è un essere miserabile e simile a un animale debole. L’autorità e il domino dell’uomo su se stesso rimangono in un cerchio talmente limitato che si può toccare con una mano. Perfino gli animali domestici che si lasciano domare dalle mani dell’uomo assumono alcune caratteristiche proprie dell’uomo, come la debolezza, l’impotenza e la pigrizia. Specialmente quando li paragoniamo a quelli selvatici vediamo una differenza notevole, proprio come la differenza tra il bue domestico e quello selvatico, oppure la differenza tra una capra domestica e una selvatica.

L’uomo, con il suo disprezzo e la sua approvazione, con le sue preghiere e le sue richieste, non è altro che un rispettabile viaggiatore dell’alloggio terrestre. Il suo ospitante è talmente generoso che gli ha offerto i suoi infiniti tesori di compassione, gli ha messo a disposizione le sue infinite opere graziose e i suoi servi infiniti. Per di più il raggio visivo e l’ambito d’azione di quell’ospitante sono talmente estesi che né gli occhi né l’immaginazione possono riuscire a percepirli.

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