Opuscolo dei malati | VENTICINQUESIMO SPLENDORE | 3
(1-27)

                                                                    TERZO RIMEDIO

Oh paziente intollerante! Il continuo andarsene di quelli arrivati, l’invecchiamento dei giovani ed il loro continuo stare nelle separazioni e nelle perdite testimonia che l’uomo non è venuto in questo mondo per godersi la vita e per provare sempre piacere. L’uomo è la creatura più perfetta, più elevata, ed il più ricco per l’allestimento, è come il sultano di tutte le creature. Tuttavia, pensando ai gusti e alle gioie del passato e ai disastri del futuro, in confronto agli animali l’uomo passa solo una vita triste e difficile nel livello più terribile.
Quindi l’uomo non è venuto in questo mondo solo per vivere bene e passare una vita comoda e felice ma, avendo nelle sue mani un importante capitale, è venuto a cercare con il commercio la felicità di una vita eterna ed infinita. Il capitale che gli è dato nelle mani è la vita.
Se mancasse la malattia, la buona salute e lo star bene distrarrebbero l'uomo, lo renderebbero
imprevidente, gli farebbero sembrare bello il mondo e dimenticare l’oltretomba *, esse infatti non li vogliono ricordare la tomba, la morte e così gli fanno sprecare inutilmente il suo capitale-vita.
La morte invece per un attimo gli fa aprire gli occhi, dicendo al suo corpo e alla sua anima:
“Non sei immortale, non sei un vagabondo o un bighellone, hai un compito, lascia da parte la superbia e pensa a Colui che ti ha creato, sappi che andrai alla tomba e così preparati”.
Ecco da questo punto di vista la malattia è un consigliere che non inganna mai, una guida che avverte. Pertanto non bisogna lamentarsene, bensì ringraziarla, e se pesa troppo bisogna pregare chiedendo pazienza.


* “Ci sono due grandi doni, e la gran parte delle persone sono ingannati su quelli che sono: la salute e il tempo libero. ” Detto del Profeta ( p.b.s.l.)

Nessuna Voce