Opuscolo dei malati | VENTICINQUESIMO SPLENDORE | 6
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                                                                    SESTO RIMEDIO

Oh persona malata che lamenti il dolore! Ti chiedo:pensa alla tua vita passata e fatti venire in mente i giorni belli e piacevoli e quelli disastrosi e sofferenti che hai vissuto.
Sicuramente nel ricordare quei giorni esclamerai “Oh” oppure “Aia”; il tuo cuore e la tua lingua diranno: “Grazie a Dio, la grazia e la lode a Dio” oppure “ Purtroppo e che disgrazia”.
Noterai che pensare alle disgrazie e alle sofferenze che hai passato, ti fa sentire un piacere spirituale che il tuo cuore gradisce e ti porta a dire “Oh, grazie a Dio, la lode appartiene a Dio”, proprio perchè la conclusione della sofferenza è un piacere. Pertanto, la conclusione di una sofferenza dona un immenso piacere spirituale ed ogni volta che il pensiero vi si sofferma, tale piacere si intensifica e si sente la voce della gratitudine dello spirito.
Al contrario, i momenti belli e piacevoli, quelli che ti portano ad esclamare “Che disgrazia”, provocano una sofferenza continua ed ogni volta che pensi a tale sofferenza, il dolore si acuisce, intensificando i sentimenti di dispiacere e di nostalgia.
Un illecito piacere che dura un giorno, a volte fa passare un anno di una sofferenza morale, mentre una sofferenza della stessa durata, provocata da una malattia passeggera, determina un beneficio morale, derivante dalla gioia per la conclusione della malattia stessa, che permane per un lungo periodo.
Oh malato, pensa all’enorme beneficio nascosto dietro questa malattia passeggera e dì: “Passerà anche questa”, ringrazia invece di lamentarti.

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