Opuscolo dei malati | VENTICINQUESIMO SPLENDORE | 5
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                                                                    QUINTO RIMEDIO

Oh paziente afflitto da malattia! In questi anni, grazie alle mie esperienze, sono giunto alla conclusione che per alcuni le malattie sono delle bontà volute da Dio, un regalo del Compassionevole. Durante questi otto, nove anni trascorsi senza avere un merito, alcuni giovani sono venuti a trovarmi per chiedermi di pregare per le loro malattie. Ho notato che tutti i giovani malati che ho incontrato iniziano a pensare all’altra vita molto prima rispetto a tanti altri giovani. Non hanno quella ebbrezza della gioventù. Si salvano per un certo grado dai desideri animaleschi che derivano dalla loro distrazione. E io li guardavo e ricordavo loro che le loro malattie sopportabili sono bontà divine, sono doni di Dio.
Dicevo ad ognuno di loro: “ Fratello, non sono contrario a questa tua malattia e non provando pietà e compassione nei tuoi confronti non mi sento di dover pregare per te. Cerca di portare pazienza affinché la malattia ti svegli completamente e dopo che la malattia avrà finito la sua missione spero che Il Creatore Misericordioso ti guarirà”.
E dicevo: “Alcuni tuoi coetanei, a causa della disgrazia del benessere e della comodità, cadono nella perplessità lasciano la preghiera e non pensano alla tomba, dimenticando Dio, attratti dall’apparenza della gioia e del divertimento della vita mondana, che dura solamente un’ora, sconvolgono la loro infinita vita eterna, la danneggiano e forse la distruggono. Tu forse, con l’occhio della malattia vedi la tua tomba che è un traguardo che dovrai inevitabilmente raggiungere e inoltre vedi altre fermate oltre tombali e ti comporti di conseguenza.
Quindi per te la malattia è salute e la salute di alcuni dei tuoi coetanei invece è malattia.

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