Ventitreesima Parola | Capitolo Primo | 11
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Punto Terzo

La fede è tanto luce quanto forza. Uno che ha dentro di sé la fede reale può sfidare il mondo intero. Con la forza di questa fede può resistere alle oppressioni più gravi in qualunque circostanza. Dicendo “confido solamente in Dio” continua con sicurezza il suo viaggio sulla nave della vita contro le onde più grandiose degli avvenimenti. Affida tutte le proprie fatiche nelle mani di Dio Onnipotente e vive in tal modo una vita serena; poi si riposa nella vita dell’oltretomba e potrebbe quindi volare diretto al Paradiso, per giungere alla beatitudine eterna. Al contrario, se è privo di questa capacità di affidare le cose nelle mani di Dio, non sarà più in grado di resistere alle difficoltà che gli si presentano in questo mondo. Esse non lo faranno più volare, anzi forse lo faranno divenire il più basso di tutte le creature. La fede dona l’unità, l’unità produce la dedizione, la dedizione porta con sé la fiducia in Dio, la fiducia in Dio ci procura la felicità dei due mondi.

Ma non si deve fraintendere! Aver fede in Dio non signifca rinnegare tutte le cause secondarie. Affidare le cose a Dio non significa subire passivamente le cause, significa anzi farle proprie accettandole come veli della Mano potente di Dio. Aver fiducia in Dio significa riconoscere che le cause provengono solamente e unicamente da Lui, essere coscienti che i risultati degli eventi sono opera Sua. EsserGli riconoscenti e attraverso le proprie iniziative cercare di causare ciò che si desidera va inteso come una preghiera attiva. La situazione di chi ha fede in Dio e quella di chi invece non ce l’ha sono perfettamente descritte nell’esempio della storia raccontata qui sotto:

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