Ventitreesima Parola | Capitolo Primo | 7
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Ho avuto una visione nella quale mi trovavo su un ponte che attraversava una valle tra due montagne altissime. Tutto il mondo era completamente immerso in una cupa oscurità. Volgendomi a destra mi è sembrato di scorgere un grande cimitero avvolto nell’oscurità. Ho girato la testa a sinistra e ho visto incombere tempeste, turbolenze e sventure enormi in mezzo alle onde dell’oscurità. Ho guardato giù e ho immaginato di vedere sotto il ponte un precipizio di una profondità enorme. Per orientarmi in quel buio spaventoso sono ricorso alla mia torcia dalla luce fioca. Ho osservato allora delle scene ancor più violente. Mi sono apparsi lungo il ponte leoni, mostri e dragoni talmente spaventosi che non avrei mai voluto avere con me una torcia per essere testimone una scena di quel genere. Ovunque dirigessi la mia torcia provavo la stessa paura. “Questa torcia è un guaio” ho brontolato e l’ho buttata via con tale foga da romperla. Con la rottura della torcia si è illuminato tutto il mondo, come se avessi premuto l’interruttore di una grande lampada. La luce di questa lampada si è diffusa in ogni luogo e tutte le cose mi hanno mostrato il loro volto reale. Ho visto allora che quel ponte non era nient’altro che una semplice strada che si trovava nel bel mezzo di una pianura.

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