Ventitreesima Parola | Capitolo Secondo | 40
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Lineamento Quarto

L’uomo è come un bambino delicato durante il suo processo di crescita. Esiste una grande forza nella sua debolezza e una grande potenza nella sua inabilità. Proprio grazie a questa forza e potenza tutta la creazione è sottomessa al servizio dell’essere umano. Se l’uomo consapevole della propria debolezza pregasse Dio con parole, atteggiamenti e comportamenti retti e Gli chiedesse sempre aiuto con la consapevolezza della propria insufficienza, svolgerebbe il suo compito di gratitudine e nel contempo conquisterebbe l’obbedienza tutte le creature. Facendo così l’uomo potrebbe raggiungere la realizzazione di tutti i suoi desideri e avere tutti gli oggetti sotto il suo domino. Lasciato invece da solo in balìa della propria potenza, non riesce ad ottenere nemmeno una decina di quei risultati. A volte addirittura si illude di ottenere tutto con la propria forza, laddove i suoi risultati non sono nient’altro che il frutto delle sue preghiere.

Per esempio, la debolezza di un pulcino crea una tale potenza in sua madre tale da permetterle di combattere anche contro un leone per difendere il suo piccolo. Anche la debolezza di un cucciolo di leone ricorda un altro meraviglioso animale, sua madre, la quale nutre sempre il suo piccolo, soffrendo a volte essa stessa persino la fame.

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